Nel 1848 lo scrittore americano Edgar Allan Poe pubblicò la cosmogonia Eureka. Un saggio sull’universo materiale e spirituale. Era la sua risposta alle domande filosofiche che l’avevano perseguitato per molto tempo, perché non era d’accordo con la visione del mondo determinata, “meccanicistica” sorta dalla meccanica celeste di Newton.
Poe detestava il cosiddetto “universo a orologeria”, che vedeva come una prigione che non lascia alcuna libertà fisica e spirituale di sorta. La sua descrizione più chiara di questa orribile “condizione umana” è la storia “Il pozzo e il pendolo”.
Tuttavia, questo rifiuto radicale dell’opinione scientifica del suo tempo significava che Poe doveva inventare un universo completamente nuovo in cui la gravità non è la forza fondamentale e predominante della natura dalle leggi di Newton, ma che nonostante ciò spiegava tutti i fenomeni conosciuti.
È sbalorditivo come questa idea di base – la gravità non può essere una forza fondamentale della natura – abbia sfidato e ispirato Poe a costruire una cosmogonia sorprendentemente moderna.
Eureka contiene più di venti idee e concetti che furono rivoluzionari nel 1848, ma che ora fanno parte della scienza quotidiana, come il “Big Bang”, un universo in espansione, l’unità di spazio e tempo, la velocità della luce come velocità limite per i fenomeni elettromagnetici, l’equivalenza di materia ed energia e i buchi neri come fase finale di stelle e vie lattee. È anche notevole che in Eureka Poe abbia osato scrivere dei principi dell’evoluzione, in cui ha attribuito un ruolo importante alle catastrofi geologiche e cosmiche.
Negli USA Eureka ha ricevuto dure critiche, è stato venduto con difficoltà e non ha mai ottenuto l’attenzione che merita. Tuttavia, in Europa le cose sono andate diversamente. Nel 1859 il poeta Charles Baudelaire pubblicò una traduzione francese di Eureka su «Revue Internationale» che fu letta in tutta Europa. E poiché in Europa Poe era considerato un poeta e scrittore brillante e profetico, anche Eureka fu preso sul serio come un’opera visionaria. Così seriamente, infatti, che nel 1871 fu ufficialmente vietata in Russia!
Ma a causa della popolarità di Poe e della profonda influenza in Europa durante il periodo 1860-1930, non è strano che le sue idee abbiano ispirato altri a sviluppare nuove idee sull’universo, come il fisico russo Alexander Friedmann (1888-1925) che nel 1922 propose l’universo “dinamico” e il fisico belga Georges Lemaître (1894-1966) che nel 1927 sviluppò la teoria del “Big Bang”.
La Free Library of Philadelphia e l’Università della Pennsylvania possiedono quattro lettere che dimostrano che anche Albert Einstein ha letto Eureka due volte. Nel 1933, quando si era appena trasferito negli Stati Uniti e il suo inglese era ancora debole, lesse principalmente la prima parte che contiene la visione filosofica di Poe sulla scienza e la logica. In due lettere, scritte in tedesco al collezionista americano di Poe Richard Gimbel (Filadelfia), Einstein ha chiamato questa prima parte “eine sehr schöne Leistung eines ungewöhnlich selbständigen Geistes” (“un risultato molto bello di una straordinaria mente indipendente”). Ha anche chiamato Poe “un maestro”, “un uomo meraviglioso” e “un figlio creativo d’America”.

Nel 1940 Einstein lesse completamente e in modo accurato Eureka, su richiesta del biografo di Poe Arthur Quinn (Università della Pennsylvania). Le due lettere da Einstein a Quinn sono scritte in inglese, ma mostrano un cambiamento radicale di opinione. Einstein negò improvvisamente e fermamente di aver letto Eureka prima e la sua critica fu tagliente. Giunse persino a chiamare Poe “una personalità patologica”. La sua ultima lettera a Quinn esprimeva solo profondi sentimenti di avversione e ostilità nei confronti di Poe e di Eureka. Cosa spinse mai Einstein a farlo?
Non c’è dubbio che nel 1940 Einstein scoprì anche le brillanti idee scientifiche di Poe, che dovettero essere uno shock intenso. Perché queste non erano solo idee che anticipavano le sue stesse teorie sulla velocità della luce, dello spaziotempo e della materia-energia, ma anche idee a cui si era fortemente opposto per molti anni, come l’universo dinamico e il “Big Bang”.
La lettura di Eureka probabilmente ha anche ricordato in modo spiacevole ad Einstein i suoi scontri con Friedmann e Lemaître, a cui alla fine dovette cedere. Ma la cosa peggiore fu che Einstein doveva aver capito che Poe aveva sviluppato una teoria rivoluzionaria della gravità “non fondamentale”, che sfatava la teoria generale della relatività, in cui la gravità è una proprietà fondamentale dello spaziotempo.
Nel 1940 Einstein avrebbe potuto decidere di studiare ulteriormente l’idea di gravità di Poe e sviluppare la matematica associata, che avrebbe dato un contributo rivoluzionario alla scienza. Ma sfortunatamente scelse di abbattere e respingere Poe ed Eureka in modo orribile; forse comprensibile da un punto di vista personale ma nondimeno profondamente deplorevole.
Significava anche che Poe non ha mai ottenuto il riconoscimento che così tanto merita: essere uno dei più grandi pensatori di tutti i tempi.
Traduzione di Daniele Imperi. L’articolo “An Extraordinary Independent Mind” fu pubblicato il 9 dicembre 2013 sul sito poe-eureka.com.
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