Edgar Allan Poe fu un cosmologo?

Eureka: il trattato che anticipò la scienza moderna

La cosmogonia discussa in Eureka, che Edgar Allan Poe pubblicò l’anno precedente la sua morte, anticipò una quantità sorprendente di concetti propri sia della scienza moderna sia della cosmologia1. Il saggio descrive quel processo ora comunemente noto come “Big Bang” e universo in espansione. Ma contiene anche idee sull’unità di spazio e tempo, sull’uguaglianza matematica di materia ed energia, sulla velocità della luce e un concetto rudimentale di relatività, buchi neri (incluso uno al centro della nostra Via Lattea), un universo “pulsante” che si rinnova in eterno e altri universi in altre dimensioni con diverse leggi della natura.

Contrariamente alla credenza del XIX secolo di un universo statico e a orologeria, Eureka descrive un universo dinamico in continua evoluzione, tra cui l’evoluzione e la successione di specie sulla terra, compresa quella umana2. Poe vide Eureka come il completamento della sua opera. Ma fu subito attaccato e duramente criticato, e dopo l’edizione iniziale di sole 500 copie, il saggio non fu ristampato per più di un secolo. Fino alla fine del XX secolo era l’opera più ignorata di Poe negli Stati Uniti.

Ma in Europa le cose andarono diversamente. Le traduzioni francesi di Charles Baudelaire (1821-1867) dell’opera di Poe lo resero incredibilmente popolare e influente. Eureka fu pubblicato nel 1859 su una rivista culturale internazionale franco-svizzera, quindi ebbe un inizio brillante e fu considerato un capolavoro visionario di una delle più grandi menti dell’epoca. Nel 1871 fu persino ufficialmente vietato nella Russia zarista a causa dei contenuti rivoluzionari, sebbene le altre opere di Poe fossero ammirate e influenti nel paese3.

Ciò significa che dal 1860 in poi i concetti di Big Bang e di un universo in evoluzione e aperto erano conoscenze comuni in Europa. Sarebbe stata solo questione di tempo prima che queste idee non venissero riprese dagli scienziati. E questo accadde durante i “ruggenti anni Venti”, quando la fisica e l’astronomia furono completamente riviste, a causa della Teoria della Relatività Generale e dell’avvento della fisica quantistica.

Il primo a usare le idee di Poe fu il matematico russo Aleksandr Friedmann (1888-1925), che era un appassionato di Poe. Nel 1922 pubblicò la matematica per un universo dinamico, in alternativa alla “costante cosmologica” di Einstein4. Il secondo fu l’astronomo e sacerdote belga Georges Lemaître (1894-1966), che suggerì il Big Bang nel 19275. Le idee di Poe stavano chiaramente alla base di queste scoperte scientifiche, ma Poe non ha mai ricevuto alcun credito.

La maggior parte dei biografi e studiosi di Poe erano in contrasto con Eureka. Alcuni lo consideravano una stupidaggine che non valeva la pena leggere; ciò convinse persino Sigmund Freud e Albert Einstein che Poe avesse una personalità patologica6. Ma altri ebbero un’opinione positiva, come l’insigne poeta americano Daniel Hoffman (1923-2013), che lo considerò come un capolavoro e la chiave di lettura dell’opera di Poe7.

Per fortuna ora Eureka sta gradualmente ricevendo un’attenzione sempre più seria come un passo importante nella nostra comprensione dell’universo8.

Qual è, dunque, il significato più profondo di Eureka? E perché Poe lo scrisse, anche se prevedeva che sarebbe stato “calpestato”, come ha scritto nella prefazione?

Le conseguenze esistenziali della visione scientifica dell’universo rappresentarono un grave problema per Poe. Questo “universo a orologeria” era governato dalle leggi della natura, con la legge di gravità come fondamentale. Questo concetto di determinismo assoluto occupò gradualmente il pensiero umano, dove non ha lasciato spazio a libero arbitrio, autodeterminazione e responsabilità.

Una condizione umana così miserabile e impotente era inaccettabile per Poe. Così orologi e pendoli (simboli sia per il tempo sia per la gravità) diventarono metafore per la perdita di libertà, morte, distruzione e disperazione in racconti come “Il pozzo e il pendolo” (The Pit and the Pendulum), “La maschera della morte rossa” (The Masque of the Red Death), “Un caso imbarazzante” (A Predicament), “Il diavolo nel campanile” (The Devil in the Belfry) e “Saltaranocchio” (Hop-Frog).

Per sfuggire a questa trappola mortale filosofica Poe dovette decostruire le idee scientifiche esistenti sull’universo e progettarne una completamente nuova. E è quello che fa Eureka: è un radicale attacco alla scienza, a cui segue la costruzione di un universo alternativo che sia adatto agli esseri umani per viverci9.

Eureka inizia con un riepilogo derisorio del pensiero occidentale, ma visto in retrospettiva dall’anno 2848. Il vero messaggio è che il pensiero razionale e il metodo scientifico di deduzione e induzione non sono sufficienti per comprendere la realtà più profonda della natura. Ciò richiede un’altra facoltà umana, l’“intuizione”. Come esempio Poe menzionò l’astronomo Johannes Kepler (1571-1630) che “immaginò” le leggi cosmiche, che “afferrò queste leggi con la sua anima”, che poteva comprendere il meccanismo dell’universo “attraverso la semplice forza dell’intuizione”. E, seguendo il filosofo britannico John Stuart Mill (1806-1873), Poe respinse la nozione di assiomi, o verità manifeste, perché indicano solo i limiti della nostra immaginazione. È notevole che egli menzioni il quinto assioma di Euclide, secondo cui due linee rette non possono racchiudere uno spazio, come un falso assioma, perché quell’idea porterebbe successivamente allo sviluppo di una geometria iperdimensionale non euclidea.

La prima parte di Eureka anticipò i successivi filosofi della scienza, come Popper, Kuhn e Feyerabend10. Ma Poe intendeva chiaramente annullare le certezze nella mente dei suoi lettori, per aprirle a un nuovo mondo.

Per abbandonare la meccanica celeste del suo tempo Poe ebbe bisogno di una gravitazione radicalmente diversa, che non poteva essere una forza fondamentale della natura11.

Così ridusse la gravitazione a un effetto temporaneo che agisce solo finché la materia viene irradiata e diffusa nello spazio. Una volta che la materia tornerà all’unità originale, la gravità cesserà immediatamente di esistere. L’ulteriore gravità non è una forza in sé, ma un effetto generato da una più profonda e immediata interazione tra le particelle fondamentali, la “concordanza”, che crea un campo immateriale in tutto l’universo. Quindi l’effetto della gravitazione agisce istantaneamente, indipendentemente dalla distanza12.

Ma Eureka afferma anche che i fenomeni elettromagnetici non possono mai superare la velocità della luce, che crea una dicotomia nell’universo: gli effetti gravitazionali dei corpi celesti sono osservabili, molto prima che la loro luce ci raggiunga! Questa dicotomia fornisce una spiegazione elegante e semplice della materia oscura e dell’energia oscura, e cioè che gli effetti gravitazionali della materia non sono ancora visibili, perché le sue informazioni elettromagnetiche non ci hanno ancora raggiunto. Se Poe ha ragione, l’universo è più grande e più vecchio di quanto pensiamo ora. Il nostro universo visibile è quindi circondato da un guscio esterno ancora invisibile con milioni o addirittura miliardi di galassie la cui gravitazione attira ciò che è all’interno in ogni direzione, causando così un’accelerazione locale dell’espansione.

Edgar Allan Poe potrebbe avere ragione? Per 160 anni Eureka non ha solo contribuito alla scienza di nascosto, ma ha anche facilmente ammesso nuove idee e chiarito domande senza risposta. È certamente uno dei documenti più prolifici e intriganti della letteratura mondiale.

Note

[1] Vedi “On Edgar Allan Poe” di Marilynne Robinson, «The New York Review of Books», e “Did Edgar Allan Poe Foresee Modern Physics and Cosmology?” di John Horgan, «Scientific American».

[2] L’evoluzione in Eureka è un graduale sviluppo “vitale” verso forme di vita sempre più elevate, in combinazione con l’improvvisa estinzione di vecchie specie e l’avvento di nuove, a causa di catastrofi cosmiche e geologiche.

[3] Vedi “Poe’s Reception in Russia” di J. Lasley Dameron e Tamara Miller, Memphis State University, Edgar Allan Poe Society of Baltimore Allan Poe, “The reception of Eureka in Russia”, Elvira Osipova (University of St. Petersburg), “The Edgar Allan Poe Review”, Volume V. Nr. 1, Primavera 2004 (The Pennsylvania State University).

[4] Vedi “What Did Poe Know About Cosmology? Nothing. But He Was Right” di Emily Eakin, «New York Times».

[5] Vedi “Poe in Belgium” in Poe Abroad, University of Iowa Press, 1999. E “Poe and the Belgian Aesthetic Movement” in Poe Studies, Dark Romanticism, Volume 33, Nrs. 1&2, Washington State University, 2001.

[6] Nel 1933 la principessa Maria Bonaparte scrisse una biografia psicoanalitica di Poe. Nella prefazione Sigmund Freud ha diagnosticato Poe come un caso patologico. Questa biografia ha danneggiato gravemente la reputazione di Poe in Europa e negli Stati Uniti. Tuttavia, è chiaro che Bonaparte e Freud non avevano idea di quali fossero le intenzioni di Poe con Eureka e con molti dei suoi racconti più noti.

Albert Einstein lesse Eureka due volte, nel 1933 e nel 1940. Le quattro lettere che scrisse al riguardo mostrano un completo cambio di opinione, dall’ammirazione all’ostilità. Si sentiva minacciato dalle idee geniali di Poe? Vedi “Edgar Allan Poe or Albert Einstein: Who was the greatest thinker of all time?” di René Van Slooten, «Baltimore Post-Examiner».

[7] Poe Poe Poe Poe Poe Poe di Daniel Hoffman, 335 pagine, 1972. ISBN 0-807-2321-8.

[8] Nel 1987 l’astronomo americano Edward Harrison accreditò a Poe la soluzione dell’“Olbers Paradox” nel suo libro Darkness at Night: A Riddle of the Universe, Harvard UP, ISBN 978-0674192713.

Nel 1994 l’astronomo italiano Alberto Cappi scrisse un articolo di apprezzamento sulla Cosmologia Fisica di Poe nel Quarterly Journal of the Royal Astronomical Society (vedi “Edgar Allan Poe and his cosmology”). Nel 1995 l’astronomo americano Timothy Ferris fu straordinariamente positivo su Eureka in un articolo su «The New Yorker» (vedi “Minds and Matter”).

Alla First International Poe Conference (Richmond, Virginia, 1999) è stato presentato un documento su Eureka. Alla seconda conferenza internazionale (Baltimora, 2002), ci furono due presentazioni su Eureka. Alla terza conferenza internazionale (Filadelfia, 2009) ce ne fu una sola. La conferenza “Positively Poe” (Università della Virginia, 2013) ebbe quattro interventi su Eureka. E la quarta conferenza internazionale (New York, 2015) ebbe due sessioni su Eureka con otto presentazioni. Nel 2008 la “Poe Society of Japan” organizzò una conferenza speciale su Eureka, insieme a quattro università.

Il sito www.poe-eureka.com raccoglie tutte le informazioni disponibili su Eureka.

[9] Vedi “To the Dreamers I offer this Book of Truths: Edgar Allan Poe’s lifelong quest for a livable world” di René Van Slooten, «Baltimore Post-Examiner».

[10] Vedi “Edgar Allan Poe’s way of thinking science with Eureka” di Regina Maria Pimentel, «Baltimore Post-Examiner».

[11] Che la gravità non sia una forza fondamentale della natura è stata anche suggerita nella fisica teorica (vedi “A Scientist Takes On Gravity” di Dennis Overbye, «The New York Times»). Nel 2012 il fisico Erik Verlinde (Università di Amsterdam) suggerì anche che la gravità agisce istantaneamente.

[12] Che le “onde gravitazionali” scoperte di recente abbiano la velocità della luce non impedisce che l’effetto della gravità agisca istantaneamente. Le onde di gravità sono vibrazioni del tessuto spazio-temporale stesso, ma l’effetto di gravità agisce all’interno di quel tessuto. Un’analogia si trova nell’acqua: le onde di pressione all’interno dell’acqua vanno centinaia di volte più veloci delle increspature sulla sua superficie.

Traduzione di Daniele Imperi. L’articolo “Edgar Allan Poe–Cosmologist?” fu pubblicato l’1 febbraio 2017 sul sito poe-eureka.com e sul blog dello «Scientific American».

Informazioni su René Van Slooten 6 Articoli
È uno studioso indipendente di Poe dei Paesi Bassi. Ha studiato ingegneria chimica e storia della scienza e ha lavorato nell’industria alimentare in Europa, Africa e Asia. Il suo interesse per Eureka è iniziato nel 1982, quando ha trovato un’edizione antiquaria. È membro della Edgar Allan Poe Studies Association e il suo primo articolo su Eureka è apparso nel 1986 su un’importante rivista olandese. Da allora ha pubblicato numerosi articoli, saggi e lettere su Poe ed Eureka su riviste e giornali olandesi, ma anche sulle riviste internazionali «Nature», «NewScientist» e «TIME». Ha pubblicato la prima traduzione olandese si Eureka (2003) e presentato articoli su Eureka alle conferenze internazionali di Poe a Baltimora (2002), Filadelfia (2010), Charlottesville (2013), New York (2015), Valladolid (2018) e Almeria (2020).

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*