Stylus (ex Penn Magazine)

La rivista fondata (e mai pubblicata) da Poe 180 anni fa

Era il giugno 1840 quando Poe pubblicò la prima presentazione di una sua rivista letteraria, che chiamò «Penn Magazine».

Lambert Alexander Wilmer
Lambert Alexander Wilmer

Ma l’ideazione di questa rivista risale a qualche anno prima, probabilmente al 1835, quando Poe scrisse a Lambert Alexander Wilmer (ca. 1805-1863) – giornalista e autore – di unirsi a lui nella pubblicazione di una rivista mensile di “carattere intellettuale superiore” e ne scrisse una presentazione, che gli inviò.

Il desiderio di Poe era di rendersi indipendente, come autore e come editore. L’annunciò della sua rivista apparve così nel giugno 1840 sul «Saturday Courier» di Filadelfia.

La presentazione della «Penn Magazine»

Qui di seguito la traduzione del volantino scritto da Poe per presentare al pubblico la nascita della sua rivista.

Presentazione della rivista Penn

Periodico mensile letterario curato e pubblicato nella città di Filadelfia, di Edgar A. Poe

Al pubblico

Annuncio del Penn Magazine
Annuncio del Penn Magazine, ottobre 1840

Dopo aver rassegnato le dimissioni al «Southern Literary Messenger», all’inizio del suo terzo anno, ho tenuto costantemente in considerazione la fondazione di una rivista che avrebbe dovuto conservare alcune delle principali caratteristiche di quel periodico, abbandonando il resto. Il ritardo, tuttavia, è stato causato da una varietà di ragioni, e finora non mi sono sentito pienamente preparato a mettere in atto le mie intenzioni.

Sarò perdonato per aver parlato più esplicitamente del «Messenger». Non avendovi alcun diritto di proprietà, ed essendo i miei argomenti, per molti aspetti, in contrasto con quelli del suo degno proprietario, ho trovato difficoltà a imprimere sulle sue pagine quell’individualità che ritengo essenziale per il perfetto successo di simili pubblicazioni. Affinché l’interesse per queste riviste e la loro influenza continuino, mi è sembrato che un carattere continuo e definito, con una spiccata certezza di propositi, fosse della massima importanza; e tutto questo, è ovvio, non potrà mai essere raggiunto dove più di una mente ha la direzione generale dell’attività. Questa considerazione è stata un incentivo a fondare una mia rivista, perché unica possibilità di realizzare fino in fondo qualsiasi progetto io possa intraprendere.

A chi ricorda i primi anni del «Messenger», sarà necessario dire soltanto che la sua caratteristica principale era una causticità un po’ esagerata nella sua sezione di Recensioni critiche. La rivista «Penn» manterrà questo tratto di durezza solo in virtù di un sereno e rigido senso di giustizia letteraria. Uno o due anni possono aver attenuato l’irritabilità, senza interferire con il rigore del critico. Sicuramente non gli hanno ancora insegnato a leggere attraverso l’interesse di un editore, né lo hanno convinto della malvagità di dire la verità. Sarà il primo e principale scopo della rivista che propongo, essere conosciuta come una pubblicazione in cui trovare, in ogni momento e su qualsiasi argomento, un’opinione onesta e impavida. È uno scopo di cui nessun uomo debba vergognarsi. E questa novità, inoltre, darà interesse alla rivista. Come garanzia che la realizzerò nel suo spirito migliore, e alla lettera, mi appello con fiducia ai miei numerosissimi amici, e in particolare agli amici del Sud, che mi hanno sostenuto nel «Messenger», dove avevo solo una piccola possibilità di mettere a punto i miei piani.

Rispetto alle altre caratteristiche generali della rivista Penn, poche parole sono sufficienti. Su questioni di importanza molto rilevante, il compito dell’informazione sarà lasciato in mani migliori. Principalmente il suo scopo sarà quello di piacere; e questo grazie alla versatilità, all’originalità e alla causticità. Tuttavia, mai si deve supporre che l’intenzione non sia seria. Esiste una specie di scrittura greve, il cui carattere sono novità e vigore, e anche l’immediato fine di accendere l’immaginazione. È di produzioni del genere, che appartengono alle più alte regioni della letteratura, che la rivista deve abbondare. Si potrebbe ora osservare che nulla di ciò che è stato scritto in questa presentazione dovrebbe essere interpretato come un’intenzione volta a macchiare la rivista con buffonerie, volgarità o oscenità, che sono i difetti di alcune delle più energiche stampe europee. In ogni settore letterario è garantito l’aiuto migliore delle fonti più pure ed elevate.

Sarà prestata la massima attenzione alla realizzazione tecnica dell’opera, com’è richiesto da un lavoro del genere. A questo proposito si propone di superare, di gran lunga, il consueto stile delle riviste. Il formato assomiglierà quasi a quello della rivista «The Knickerbocker». La carta sarà la medesima del «North American Review». Vi saranno numerosi fregi e decorazioni e creati dai principali artisti del paese, ma saranno inseriti nel testo soltanto quando necessario.

La rivista «Penn» sarà pubblicata a Filadelfia il primo di ogni mese e formerà, semestralmente, un volume di circa 500 pagine. Il prezzo sarà di 5 $ l’anno, pagabile in anticipo o al ricevimento del primo numero, che uscirà il primo gennaio 1841. Le lettere dovranno essere indirizzate all’editore e al proprietario.

L’avventura della rivista di Poe attraverso le lettere

Frederick William Thomas
Frederick William Thomas

La rivista non fu pubblicata il 1° gennaio 1841, né mai. Ma il sogno di Poe di creare una sua rivista indipendente continuò, almeno fino alla metà del 1849.

In una lettera del 3 febbraio 1842 a Frederick William Thomas (1806-1866) – giornalista, autore, poeta e cantautore –, che intrattenne con Poe una fitta corrispondenza dal 1840 al 1849, divenendo il suo più stretto confidente, Poe scrisse:

Il progetto della nuova rivista occupa ancora (puoi starne certo) i miei pensieri. Se vivo, la realizzerò, e sarà un trionfo.

Robert Tyler
Robert Tyler

Poe accennò inoltre all’amico di chiedere a Robert Tyler (1816-1877) – avvocato, autore e poeta minore – se fosse interessato al suo progetto, perché la rivista potrebbe svolgere anche un ruolo importante nella politica dell’epoca, come «Blackwood». E a fine lettera sollecita questa sua richiesta con la frase “Ti ricorderai cosa ho scritto di R. Tyler?”.

Daniel Bryan
Daniel Bryan

Il 6 luglio 1842 Poe scrive a Daniel Bryan (ca. 1790-1866) – poeta, avvocato, statista, abolizionista, e nipote dell’esploratore Daniel Boone – che sta facendo seri sforzi, anche se segreti, per riprendere il progetto della sua rivista, aggiungendo di avere la certezza di pubblicare il primo numero il primo gennaio (1843). “Ricorderai che era il mio disegno originale farla uscire il primo gennaio 1841”.

Lo stesso giorno scrive al Dr. Thomas Holley Chivers (1809-1858) – medico, autore, poeta e sperimentatore – la medesima cosa, che vuol “riprendere il progetto della rivista Penn”. Gli chiese anche se riuscisse a portargli qualche abbonato fra i suoi amici di Middletown.

Poe dice chiaramente di non aver soldi per portare avanti il progetto da solo e che sta cercando un socio che abbia i mezzi pecuniari.

Dr. Thomas Holley Chivers
Dr. Thomas Holley Chivers

In una successiva lettera, del 27 settembre, Poe lo ringrazia per avergli procurato 4 abbonati per la sua rivista, ma gli confessa di non aver fatto alcun progresso nel progetto né di aver stampato una presentazione. Anzi, non intende farlo fino a metà ottobre: Poe crede di poter lavorare all’ufficio doganale di Filadelfia, con un buon salario e parecchio tempo libero da poter dedicare alla sua rivista.

Arriviamo al 5 ottobre, quando Poe scrive a John Tomlin (1806-1850) – postino, commerciante, poeta e autore minore – che è “mia ferma determinazione iniziare il «Penn Magazine» il primo gennaio prossimo. Le difficoltà che me l’hanno impedito lo scorso anno sono svanite e non ci sarà più nulla per impedirne il successo”.

Poe è ottimista. Scrive a Tomlin che sta per avere un lavoro d’ufficio alla dogana e che a breve pubblicherà la presentazione della sua rivista e inizierà a dedicarglisi sul serio. È “fermamente intenzionato a pubblicare un simile periodico, che questo paese non ha mai visto”.

Ma Poe non riuscì a ottenere l’appuntamento, né il lavoro, alla dogana.

Informazioni su Daniele Imperi 662 Articoli
Scrivo testi per il web e correggo bozze di manoscritti. Scrivo anche sul mio blog «Penna blu» e sull’aerosito ufficiale di F.T. Marinetti.

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