Silenzio – Recensione

Favola

Una favola godibile, brevissima, che ricade appunto nel fantastico. Una storia che ci riporta all’antichità, dove si credeva fossero dei e demoni a portare pioggia e vento e a mutare la natura.

Bellissimo lo stile usato da Poe nel descrivere le scene narrate dal demone. E’ come leggere mitologia, entrare in un altro tempo, tornare indietro di secoli.

  • Titolo originale: Silence. A Fable
  • Prima pubblicazione: 1837 sul The Baltimore Book and New Year’s Present

Silenzio come storia probabile

Non vi sono certo elementi che possiamo incontrare nella realtà di tutti i giorni. Demoni che parlano e scatenano gli elementi appartengono al fantastico.

E Silenzio appartiene a questo genere.

Informazioni su Daniele Imperi 643 Articoli
Scrivo testi per il web e correggo bozze di manoscritti. Scrivo anche sul mio blog «Penna blu» e sull’aerosito ufficiale di F.T. Marinetti.

4 Commenti

  1. La recensione di Silenzio mi pare un poco superficiale e puntata solo all’aspetto tecnico e figurativo mentre io ho riscontrato che nel breve racconto siano presenti dei significati nascosti. Questi non li ho ancora capiti e vorrei sapere se disponete di qualche informazione che mi può essere utile. Ad esempio l’uomo non viene smosso ne dalla desolazione ne dalla violenza però fugge preso dalla paura nel momento in cui gli si presenta davanti il silenzio, a grandi linee ne ho capito il senso, però vorrei riuscire a cogliere in modo più profondo e filosofico il significato di ciò.
    Scusate il disturbo e grazie 🙂

  2. Ho riletto il racconto, è possibile che ci siano più significati allegorici ma non mi sembrano affatto semplici da cogliere (forse giusto la lince, simbolo dantesco della lussuria, che nel finale si accovaccia ai piedi del demone e lo fissa in volto).

    Mi avventuro comunque con la seguente interpretazione:

    L’Uomo si interrelaziona sempre con la Natura, anche quando questa si propone impervia, e sempre i due elementi tendono a raggiungere un equilibrio.
    Tale equilibrio si rompe quando la Natura cessa di essere naturale e diventa silenzio assoluto, vuoto di suoni, ed allora l’uomo cessa di esistere, è perduto, è senza riferimenti, scappa e tenta di fuggire in preda all’angoscia.
    Questa idea del Silenzio come orrore insuperabile portato da un demone è presente anche nel sonetto “Silenzio”, dove Poe sostiene un aspetto duale del fenomo: esiste un innoquo silenzio corporeo nelle cose e nei luoghi passati che si fanno ancora ricordare, ed esiste la terribile ombra del Silenzio, spirito maligno, demone, “elfo senza nome che calpesta solinghe plaghe mai calpestate dal piede di un uomo”.
    Se mai doveste incontrarlo, dice Poe, raccomandate l’anima a Dio!

  3. Inizialmente secondo la simbologia dantesca pensavo che la lince si riferisse alla lonza e di conseguenza alla lussuria, ma non riuscivo a stabilire il nesso logico con il racconto, poi dopo una ricerca ho stabilito che in questo caso Poe si rifà alla simbologia totemica dei nativi americani dove infatti i custodi dei segreti della natura e dei vari totem sono parecchi a seconda delle tradizioni e delle culture specifiche delle tribù indiane americane e questo della lince è uno di questi, poiché regge i segreti dei totem, conoscendo tutti i segreti e antichi misteri ormai persi e dimenticati. Il silenzio la caratterizza poiché è quello che la lince ricerca, solitudine e silenzio per vivere al dil à degli schemi dei comuni mortali e della natura, in continuo flusso con l’esistenza libera da ogni costrizione essa si muove senza che gli altri possano comprendere la sua essenza o quanto possa conoscere.

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