Quattro bestie in una – Recensione

L’uomo cameleopardo

Un racconto satirico di Poe, questo, scritto in modo da coinvolgere il lettore nella storia. Poe, narratore, si rivolge quindi al lettore stesso, accompagnandolo nella visita della città di Antiochia Epidafne, nell’anno 3830 dalla creazione del mondo, ossia nel 70 d.C.

È come far parte della storia stessa, e si assapora un Poe diverso dal solito, o almeno differente dall’idea che abbiamo di Poe, in base a quell’aura di mistero e orrore che sembra accompagnarlo da sempre.

Ma qui non c’è mistero né orrore. C’è una visita a una città antica, in mezzo a una folla festante che acclama il suo re, l’uomo cameleopardo, le famose quattro bestie in una (leone, tigre, leopardo e scimmia). Poe dimostra di conoscere la storia, sapiente padrone delle parole e delle descrizioni, argute. La sua è una satira di stile.

Quattro bestie in una come storia probabile

C’è un’ambientazione storica ben curata. Nel racconto non accade nulla di straordinario. Il re, che appare come quattro bestie in una, indossa pelli, mentre la folla lo esalta.

Quattro bestie in una è una storia probabile.

Informazioni su Daniele Imperi 673 Articoli
Scrivo testi per il web e correggo bozze di manoscritti. Scrivo anche sul mio blog «Penna blu» e sull’aerosito ufficiale di F.T. Marinetti.

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