Edgar Allan Poe e la crittografia

Ci sono messaggi nascosti in “Eureka”?

Edgar Allan Poe era affascinato dalla crittografia. E non era certo l’unico, perché ai suoi tempi la crittografia giocava un ruolo importante nella società. Non c’erano internet nè il telefono e le semplici lettere potevano essere pericolose e incriminanti se venivano trovate e lette da altri (“La lettera rubata”!), così molte persone si servivano della crittografia o della “scrittura segreta” per trasmettere messaggi ad altri.

Hanno anche usato annunci sui giornali, perché un messaggio cifrato nelle inserzioni sui giornali è un modo ideale per comunicare fra amanti segreti che vogliono fissare un appuntamento, o tra uomini d’affari o politici che vogliono sbrigare affari segreti: il messaggio, il mittente e il destinatario rimangono sconosciuti, tranne che a se stessi.

Crittografia nell’opera di Poe

Segreti e misteri hanno sempre attratto Poe e il suo interesse per la crittografia è stato forse ulteriormente accresciuto durante i suoi anni nell’Esercito degli Stati Uniti, dove crittografia e messaggi cifrati fanno parte della routine militare.

Quindi non sorprende che abbia usato quella conoscenza e inclinazione quando divenne scrittore e redattore di riviste. Il suo traguardo più famoso è la storia “Lo scarabeo d’oro” (The Gold Bug, 1843), in cui la trama ruota attorno a un codice che contiene informazioni su un tesoro sepolto. Anche le università moderne usano ancora questa storia come materiale didattico per le loro lezioni sulla crittografia.

Come redattore di una rivista Poe usava anche la crittografia. Chiese ai suoi lettori di presentare messaggi cifrati che poi avrebbe pubblicato come sfida per altri lettori e per se stesso. La soluzione sarebbe stata fornita nel successivo numero della rivista e Poe affermò di aver risolto la maggior parte dei codici presentati.

Un messaggio cifrato che non è riuscito a risolvere è stato finalmente risolto nel 2000 (!) dall’esperto canadese di software Gil Broza1.

Nel 1841 Poe pubblicò diversi articoli sulla crittografia, sotto il titolo “A Few Words on Secret Writing”2. Il sistema di crittografia preferito da Poe era l’uso di una “frase chiave”. Si tratta di una frase di 26 lettere, che corrispondono alle lettere dell’alfabeto tradizionale. Poe fornì la frase latina “Suaviter in modo, fortiter in re3 (“Energicamente nella sostanza, dolcemente nei modi”) come esempio, che dà il seguente schema di sostituzione:

Messaggio cifrato
In questo schema “Edgar Allan Poe” diventa “ivest sooso ofi”.

Una frase chiave può contenere anche 25 o 24 lettere o anche meno, secondo l’accordo tra mittente e destinatario sull’alfabeto usato. Per esempio, la v e la u possono essere intercambiabili e la w può essere sostituita con vv o uu.

Nei suoi articoli sulla scrittura segreta Poe fornisce anche un esempio di tale frase chiave di sole 24 lettere: “Le gouvernement provisoir”. Tuttavia, questo è un pessimo esempio, perché questa frase contiene solo 13 lettere diverse che devono rappresentare l’intero alfabeto, e inoltre anche quelle multiple (e, o, I, n, r e v) daranno ulteriori problemi, a meno che il mittente e il destinatario abbiano un accordo su come risolvere questi problemi pratici.

Gli articoli di Poe riguardavano la crittografia nella sua forma più riconoscibile, vale a dire una stringa incomprensibile di lettere o simboli che è chiaramente un codice. Ma esiste una forma più avanzata di crittografia in cui il messaggio segreto è nascosto all’interno di un testo di “copertura” apparentemente chiaro e significativo (o file digitale, al giorno d’oggi).

Questo sistema si chiama “steganografia” e dipende da un accordo tra mittente e destinatario su come inserire ed estrarre il messaggio nascosto. Per esempio, “prendi la prima lettera di ogni frase”, come in un acrostico4, o qualsiasi altra di un numero illimitato di schemi concepibili. Il problema è che il testo di “copertura” deve essere scritto “intorno” alle posizioni predeterminate delle lettere nel messaggio segreto.

Uno schema così rigoroso può essere un problema considerevole per il mittente. Tuttavia, Poe sapeva come usare schemi così ingegnosi e difficili, per esempio nella seguente poesia che scrisse per un’amica, la poetessa Sarah Anna Lewis5 (prendi la prima lettera del primo verso, seguita dalla seconda lettera del secondo verso, ecc.):

Seldom we find,” says Solomon Don Dunce

Half an idea in the profoundest sonnet.

Through all the flimsy things we see at once

As easily as through a Naples bonnet-

Trash of all trash! – how can a lady don it?

Yet heavier far than your Petrarchan stuff-

Owl-downy nonsense that the faintest puff

Twirls into trunk-paper the while you con it.”

And, veritably, Sol is right enough.

The general truckermanites are arrant

Bubbles – ephemeral and so transparent –

But this is, now – you may depend upon it-

Stable, opaque, immortal – all by dint

Of the dear names that lie concealed within‘t.

Steganografia nelle storie di Poe

Poe era affascinato dalla crittografia; scrisse articoli a riguardo, sfidò i suoi lettori, l’ha usò in un famoso racconto e in alcune poesie. Quindi sembra abbastanza plausibile che l’abbia usato anche nelle sue storie per registrare i suoi sentimenti più intimi, i suoi pensieri e le sue idee che non osava rendere pubblici. E Poe certamente deve aver avuto idee e pensieri che andavano anche oltre le idee rivoluzionarie che osava pubblicare. Un chiaro esempio è Eureka, le cui idee, sapeva per certo, gli avrebbero portato aspre critiche e nemici.

Ma la possibilità di messaggi nascosti nell’opera di Poe non è mai stata indagata o addirittura suggerita. Tuttavia, una volta compresa la possibilità di messaggi nascosti, si può anche vedere che alcune delle storie e dei saggi di Poe contengono chiari riferimenti alla crittografia e ai segreti che devono essere decifrati.

Come nei paragrafi del testo Eureka in cui Poe prima menziona Champollion (che ha decifrato i geroglifici egiziani)6 e poi si vanta di aver rubato lui stesso il segreto d’oro degli egiziani7.

E con la conoscenza dei messaggi nascosti diventa anche comprensibile e plausibile perché alcune storie contengano accenni sottili a significati nascosti, “doppi” o “più profondi”, come il suggerimento che Eureka dovrebbe essere letto come un poema dopo la morte di Poe. E, molto spesso, storie così intriganti sono precedute da un aforisma o un’introduzione che ha una frase allusiva di 24, 25 o 26 lettere che potrebbe essere la frase chiave da utilizzare per decifrare il messaggio segreto.

È il caso de “La caduta della Casa degli Usher” (The Fall of the House of Usher), “L’appuntamento” (The Assignation), “Il millesimo secondo racconto di Scheherazade” (The Thousand and Second Tale of Scheherazade), “L’impareggiabile avventura di un certo Hans Pfaall” (The Unparalleled Adventure of one Hans Pfaall), “Come scrivere un articolo alla Blackwood” (How to write a Blackwood article) e “L’uomo d’affari” (The Business Man). Molto probabilmente ci sono altri indizi da trovare anche su un esame più attento di altre storie.

Nel caso di Eureka ci sono alcune altre indicazioni per messaggi nascosti. In primo luogo lo stile spesso scadente e la costruzione a volte bizzarra di paragrafi e frasi. E in secondo luogo il fatto che Poe abbia lasciato note per molte correzioni tipografiche in una seconda edizione, ma queste note mostrano che non ha cambiato una frase neanche di una parola del testo originale, sebbene Eureka sia la sua seconda opera più lunga (solo il romanzo Arthur Gordon Pym di Nantucket è un po’ più lungo).

Ovviamente Poe doveva proteggere qualcosa, e sarà chiaro che, se Eureka contiene la steganografia, come nella poesia sopra per Anna Sarah Lewis, uno schema così intricato crollerà immediatamente se vengono apportate modifiche al contenuto.

È mia opinione che una seria ricerca di tali tesori nascosti o “scarabei d’oro” nelle opere di Poe sarà della massima importanza per una migliore comprensione di Poe, del suo lavoro e della sua epoca. Tuttavia, la criptoanalisi è una scienza molto complessa, quindi spero che questa sfida verrà raccolta da persone che sanno come cercare codici segreti e come decifrarli!

Note

1Solution of Tyler’s Cryptograms Published in Poe’s Article”. NdT.

2 Luglio 1841 sul «Graham’s Magazine». NdT.

3 Variante del motto latino fortiter in re, suaviter in modo. Le sue origini risalgono alle parole del quarto Generale dei Gesuiti Claudio Acquaviva (1543 – 1615 ). NdT.

4 Poesia in cui le lettere iniziali di ogni verso, lette nell’ordine, formano una parola o una frase. Cfr. la poesia acrostica che Virginia scrisse a Poe il 14 febbraio 1846. NdT.

5 Sarah Anna Lewis, chiamata anche Estelle (1824 – 1880), poetessa di Baltimora, amica e benefattrice di Poe. Comparve anche nell’opera I Literati. NdT.

6 “Io ho sovente pensato, amico mio, che il determinare da quale dei loro due vantati metodi il criptografista ottenga la soluzione delle cifre più complicate — o da quale di essi Champollion guidò l’umanità a quelle importanti ed innumerevoli verità che, per tanti secoli, sono rimaste sepolte fra i geroglifici fonetici dell’Egitto — avrà non poco imbarazzato anche questi dogmatici di un migliajo d’anni fa.”. Traduzione dall’inglese di Maria Pastore Mucchi (1902). NdT.

7Ho rubato l’aureo segreto degli Egiziani. Voglio abbandonarmi al mio sacro furore!”. Idem come sopra. NdT.

Traduzione di Daniele Imperi. L’articolo “Edgar Allan Poe and cryptography” fu pubblicato il 24 Aprile 2013 sul sito poe-eureka.com».

René Van Slooten 6 Articoli
È uno studioso indipendente di Poe dei Paesi Bassi. Ha studiato ingegneria chimica e storia della scienza e ha lavorato nell’industria alimentare in Europa, Africa e Asia. Il suo interesse per Eureka è iniziato nel 1982, quando ha trovato un’edizione antiquaria. È membro della Edgar Allan Poe Studies Association e il suo primo articolo su Eureka è apparso nel 1986 su un’importante rivista olandese. Da allora ha pubblicato numerosi articoli, saggi e lettere su Poe ed Eureka su riviste e giornali olandesi, ma anche sulle riviste internazionali «Nature», «NewScientist» e «TIME». Ha pubblicato la prima traduzione olandese si Eureka (2003) e presentato articoli su Eureka alle conferenze internazionali di Poe a Baltimora (2002), Filadelfia (2010), Charlottesville (2013), New York (2015), Valladolid (2018) e Almeria (2020).

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