L’ambientazione del racconto è la Norvegia, nell’arcipelago delle Lofoten, a nord del paese. Una storia nella storia, come già altre volte abbiamo letto in Poe: un uomo che racconta le sue avventure, ma questa volta non in una sorta di diario, ma guardando direttamente il luogo in cui le ha vissute.
Comincia così questo racconto di mare, che racchiude in sé l’avventura e il mistero e il dramma. Narrato in prima persona, come tante altre volte.
Poe ha scelto un luogo lontano dall’America, sia nello spazio che nella cultura. E ancora una volta un luogo isolato.
Il protagonista, qui, non è più l’uomo che racconta, ma il mare stesso. E’ la natura, anzi la sua forza che mette alla prova l’uomo, minuscolo e impotente di fronte agli elementi.
Un inno al mare e alla sua furia? Forse. Ma forse Poe ci ha voluto suggerire che l’orrore e il mistero non si celano sempre nelle forze soprannaturali o nelle azioni dell’uomo, ma spesso nella natura stessa.
- Titolo originale: A Descent into the Maelstrom
- Prima pubblicazione: maggio 1841 sul Graham’s Lady’s and Gentleman’s Magazine
Una discesa nel Maelstrom come storia probabile
Se da una parte la vicenda viene narrata come unica e incredibile, tuttavia non contiene elementi per poterla classificare nel fantastico.
E ottimo Ludus!Questo racconto fa parte di una schiera fra quelli di Poe che mi lasciano sempre interdetto quando finisco di leggerli…ed è una sensazione fantastica!Ti lascia sempre quel sapore in bocca di indefinito,adoro non essere mai certo di avere capito bene il senso del racconto,è un tratto di Poe molto affascinante. Meditate,gente
Quando l’anima entra
tra i gorghi vorticosi,
anche la più debole luce
acceca gli occhi.
E lo specchio,
non riflette immagine alcuna,
se non quella del dolore…
Stormi di ali nere
soffocano il respiro
e pesanti macigni
annientano la volontà.
L’orrore cosmico pervade
ogni fibra dell’essere
e muta resta la domanda:
“Cosa può salvarmi dal terribile Maelstrom?”