Seconda parte del carteggio di Poe, pubblicato sulla «Rivista Europea» il 1° maggio 1878 e tradotto da “Unpublished Correspondence by Edgar A. Poe” di John Henry Ingram («Appleton’s Journal», maggio 1878).
La prima del carteggio comprendeva le lettere fra il 12 giugno 1846 e il 28 dicembre 1848. Questa seconda parte raccoglie le lettere dall’11 gennaio al 19 febbraio 1849. Sono 4 lettere in tutto, ma abbastanza lunghe, tutte di Poe a Annie Locke Richmond, più una di Maria Clemm a Annie.
Edgar Poe e il suo carteggio inedito
[New York, 11 gennaio 1849] – Lettera a Annie Locke Richmond
…Annie!…
Mi pare che sia tanto tempo dacché non v’ho scritto da farmi reputare colpevole e quasi tremare che abbiate pensato male di Eddie… Ma no… voi non dubiterete di me in verun modo né in qualsivoglia circostanza… non è vero?…
Pare che il destino si opponga acciò1 ci possiamo presto vedere daccapo… Ma, oh, non vorremo mica che la distanza diminuisca il nostro affetto; e con un po’ di tempo, tutto andrà bene…
Oh, Annie!… Ad onta di tanti dispiaceri: ad onta di tutti li affanni e le false dicerie (così dure a sopportare) inflittemi per tanto tempo dalla povertà, ad onta di tutto ciò, sono così lieto nel pensare che voi mi amate veramente! Se aveste vissuto quanto ho vissuto io, capireste pienamente quello che intendo dire. In verità, in verità, Annie, non vi è nulla che valga la pena di vivere in questo mondo all’infuori dell’amore… non l’amore ch’io pensava un giorno di nutrire per…2, ma quello che arde nell’intimo dell’anima mia per voi, così pura, così celestiale… un amore che mi farebbe sacrificar tutto per voi… Se io avessi potuto compiere quanto desiderava, verun sacrifizio mi sarebbe parso troppo grande, tanto mi sentivo ardere, tanto nutrivo appassionata bramosia di mostrarvi come vi amassi. Scrivetemi… ogniqualvolta potete trovare un momento di tempo, non fosse anco che un rigo… Di mano in mano che la mia mente sta meglio, incomincio a far buoni affari, e a guadagnare danaro. Presto, prestissimo, spero, sarò affatto fuori d’ogni difficoltà. Vi potete figurare quanto mi do da fare. Sono risoluto di diventar ricco, di trionfare… pel dolce amor vostro. Baciate per me la diletta Sarah, ditele che le scriverò presto. Parleremo tanto di lei… Avreste la compiacenza di scrivermi qualcosa circa Bardwell3? È andato a Richmond? E che cosa sta facendo? Se potessi essergli utile in qualche modo!… Rammentatemi a tutti… a vostro padre, a vostra madre, e alla mia cara piccola Caddy4, e al signor R.5 e al signor C.6 E adesso addio, carissima sorella mia Annie!
(Lettera di Maria Clemm a Annie, stesso giorno della precedente, inviata insieme alla lettera di Poe).
Il nostro caro Eddy scrive assiduamente, e nutro piena speranza che in breve riuscirà a superare molte nostre difficoltà. Scrive dalle dieci della mattina fino alle quattro pomeridiane tutti i giorni. Siamo riusciti a sapere chi è stato che ha scritto quei versi che noi attribuivamo a Grace Greenwood7. Furono scritti da mistress Welby del Kentucky. Ne avete una copia? Se li aveste, Eddy dice che vi sarebbe molto tenuto ove voleste mandarglieli…
Eddy ha scritto un racconto e lo ha già mandato all’editore. In esso vi è una descrizione di voi col nome di «Annie adorabile.» Sarà pubblicato circa il 20 del mese prossimo, e ve lo manderò appena lo avrò ricevuto… Avete visto le linee dirette a Eddy nel nuovo Magazine venuto ora alla luce e intitolato Il Metropolitano8? Sono scritte da mistress Osgood e sono molto belle… Avete veduto la satira di Lowell e quanto scrive mistress Osgood a proposito di certi versi in essa contenuti?… Vi è qualcosa per Eddy…
Circa 21 gennaio 1849 – Lettera a Annie Locke Richmond
Mia fida Annie!…
Come sarò sempre grato a Dio di avermi dato, in tutte le mie avversità, un’amica così sincera e così bella!… Sono profondamente afflitto per il crudele ragguaglio che mi avete dato nella vostra lettera – eppure avevo preveduto quasi tutto. – Vi sono alcuni brani della vostra lettera che non capisco intieramente. Se volete alludere all’avere io violata la promessa fattavi, vi dico semplicemente, Annie, che non è vero, e siate sicura che non la violerò mai.
Or, se sapeste quanto sono adesso felice nel mantenerla per amor vostro, non potreste dubitar mai che io pensi nemmeno a violarla. Le ciarle, se ve ne sono state, debbono avere avuto origine da quello che feci in Providence in quel giorno terribile. – Sapete ciò ch’io voglio dire… Provo un brivido solamente nel pensarci. Che la gente dica male di me è un guaio inevitabile… Mi fa d’uopo sopportarlo. Il fatto sta, Annie, che incomincio a diventar savio, e non mi curo più, come mi curavo una volta, di un mondo nel quale io veggo, co’ proprii occhi, che l’operare generosamente val quanto l’esser considerato come un ipocrita, e l’esser povero equivale ad essere un birbante.
Diventerò ricco… ricco!… E allora tutto andrà bene, ma sino a che ciò avvenga, è mestieri9 ch’io mi sottometta ad essere calunniato. Mi duole profondamente che il signor R.10 pensi male di me. Se potete, disingannatelo, e in ogni circostanza agite per me come meglio credete. Affido implicitamente l’onor mio nelle vostre mani, come vorrei affidarvi la mia vita e l’anima mia. Ma a tale riguardo soltanto preferirei non confidare i miei proponimenti a chicchessia fuorché alla diletta mia sorella. finché m’amerete, bellissima Annie, che bisogno ho di curarmi di questo mondo ingiusto, calcolatore, crudele? Oh Annie: non vi sono parole per esprimere la devozione che vi professo! L’amor mio per voi mi ha infusa una vita novella. In tutti i miei presenti imbarazzi e in tutte le mie attuali ansietà sento non pertanto nell’interno dell’animo mio una gioia divina, una felicità inesprimibile, cui nulla vale a turbare. Per ore e ore di seguito io seggo pensando a voi, all’adorabile vostra indole, alla vostra fede sincera, e a tutto ciò che fa di voi un essere che non è di questo mondo. Non credo che in tutto l’universo vi sia una persona la quale mi comprenda pienamente da quanto voi, carissima… Come sono lieto di sentire che Sarah abita con voi… e quanto mi dite circa la scuola! Ditele che essa è la cara sorellina mia, e che l’amerò sempre. Fate ch’ella non pensi male di me. Spero che il signor C.11 sia in prospera salute. Rammentatemi a lui e chiedetegli se ha letto il mio Rationale of Verse nei numeri di ottobre e novembre del Southern Literary Messenger (Messaggiero Letterario del Sud.)
Adesso sono affaccendatissimo e pieno d’energia. Mi vengono ogni giorno fatte proposte di scrivere. È un diluvio!12 Ho avuto nella decorsa settimana due offerte da Boston. Oggi mando un articolo alla Rivista Americana13 sopra I Critici e la Critica14. Poco tempo addietro ho mandato al Metropolitano un articolo, Il cottage di Landor. Vi è in esso qualche cosa intorno ad Annie e credo che verrà alla luce nel fascicolo di marzo. In quanto al Messaggiero, gli ho mandato cinquanta pagine dei Marginalia; cinque pagine debbono venire alla luce ogni mese nell’anno corrente. Ho stretto impegno con ogni Magazine dell’America (all’infuori del National di Peterson15) incluso un Magazine di Cincinnati intitolato The Gentlemen’s Magazine. Cosicché vedete non aver io altro da fare sennonchè mantenermi in vena per uscire da ogni mio disturbo. Il minor prezzo che ricavo dai miei lavori sono 5 dollari per ogni pagina di Graham e posso benissimo scrivere una pagina e mezzo per giorno, loché16 fa 7 dollari e mezzo. Appena toccherò i fondi sarò fuori dalle difficoltà. Vedo che Godey annunzia un mio articolo, ma non so raccapezzarmi che articolo possa essere.
Mi chiedete, Annie, d’indicarvi qualche libro da leggere. Avete visto Percy Ranthorpe di mistress Gore?… Lo potete trovare da tutti i librai. L’ho letto ultimamente con profondo interesse e ne ho ricavato grande consolazione. Vi si descrive la carriera d’un letterato e vi si dà una idea giusta dei veri fini e della vera dignità d’un carattere letterario. Leggetelo per amor mio… Ma d’una cosa siate sicura, Annie, ed è che da oggi in su evito il pestifero consorzio delle donne letterate. Sono una razza senza cuore, senza naturalezza, velenosa, disonorevole, senza altro principio che le guidi all’infuori d’un smodato amor proprio. Mistress…17 è la sola eccezione ch’io mi conosca. La cara nostra madre vi manda cento baci (cinquanta per Sarah.) Presto vi scriverò. Baciate il piccolo Caddy e ricordatemi al signor R. e a tutti.
Da due settimane ho un orribile mal di capo.
Giovedì, 8 [febbraio 1849] – Lettera a Annie Locke Richmond
Cara, carissima Annie,
La nostra amatissima madre sta per andare in città ove spero sia per trovare una dolce vostra lettera, o di Sarah. Ma siccome è molto tempo che non vi ho scritto, è d’uopo che vi mandi poche righe acciò vediate e sentiate che il vostro Eddy, anche quando tace, vi ha sempre scolpita nella mente e nel cuore: nel più intimo del suo cuore.
Sono stato tanto occupato, cara Annie, da quando sono tornato da Providence, sei settimane fa! Non ho lasciato passar giorno senza scrivere da una pagina a tre di stampa. Ieri ne scrissi cinque, e il giorno innanzi scrissi una poesia più lunga di quella del Corvo. L’ho intitolata Le Campane. Come desidererei che la mia Annie la leggesse! La sua opinione in tali materie mi è così cara… Mi è cara in tutto, ma specialmente in poesia. E Sarah pur essa. Le dissi, quando eravamo a W…18 che non conoscevo nessuno da cui fosse posseduto un cosi acuto discernimento di quanto è veramente poetico. Le cinque pagine di prosa che scrissi ieri s’intitolano… come credete che s’intitolino? Sono certo che non lo indovinate mai… Le ho intitolate: Rana saltante19. Pensate un po’ al vostro Eddy che scrive un racconto con un titolo siffatto. Non indovinereste mai il soggetto – che è terribilissimo – da cotesto titolo. Sarà pubblicato in un giornale settimanale di Boston…20 a dir vero non un giornale rispettabilissimo, sotto un punto di vista letterario, ma che paga buoni prezzi, come la massima parte dei Magazines. Il proprietario mi scrisse, offrendomi circa 5 dollari per ogni pagina di Graham e siccome stava in cima ai miei pensieri la bramosia di uscire dalle mie strettezze pecuniarie, accettai l’offerta. Mi dà 5 dollari per un sonetto. Sono impegnati a scrivervi anche Park Benjamin21, e mistress Osgood, e mistress Sigourney22.
Credo che Le Campane saranno pubblicate nella Rivista Americana. Ancora non ho avuto risposta da…23 La mia opinione è che sua madre ha intercettata la lettera e non gliela darà mai…
La cara madre dice che vi scriverà una lunga lettera fra un giorno o due e vi dirà quanto sono buono. È piena di buone speranze pel mio avvenire e anco di quella di presto vedere Annie. Abbiamo detto al nostro padrone di casa che per l’anno venturo non affitteremo questo cottage. Per altro dite al signor R. che non combini nulla per noi in…24 o in W…25 giacché, poveri come siamo, ci conviene essere gli schiavi delle circostanze. In ogni caso, andremo ambidue a trovarvi e staremo una settimana con voi al principio della primavera o innanzi… Ma ve lo faremo sapere in tempo. Mia madre v’invia i suoi più affettuosi saluti, insieme a Sarah e à tutti. E adesso addio, carissima Annie.
Il vostro
Eddy.
Mia dolce amica e sorella.
Fordham, 1926 febb. [1849] Domenica – Lettera a Annie Locke Richmond
Temo che abbiate a trovare in questa lettera, che vi scrivo col cuore angustiato, molto che vi dispiaccia e v’affligga, giacche mi è forza rinunziare alla visita che io mi proponeva di fare a…27 e Dio sa quando potrò rivedervi e stringervi la mano. Ho preso oggi tale determinazione, dopo aver ponderato sopra talune delle lettere da voi scritte a me e a mia madre dopo che vi ho lasciata. Non me lo avete detto, ma sono riuscito a ricavare da quanto avete detto che il signor R.28 (forse senza avvedersene) si è lasciato influenzare contro di me dalle maligne dicerie del signore e della signora L.29 Adesso, cara amica, debbo francamente confessarvi che sono orgoglioso, quantunque non mi sia mostrato tale né a voi né ai vostri, né tale sia mai per mostrarmivi. Sapete che mi altercai coi L. solamente a cagione vostra e del signor R. Era nel mio interesse di mostrarmi con essi cortese, tanto più che mi avevano reso qualche servigio pel quale andavo loro grato, quando venni a sapere che andavano propalando e facendosi belli dei loro favori in società. Allora la gratitudine e l’interesse mi avrebbero spinto a non offenderli e l’insulto fattomi individualmente da mistress L. non fu stimato da me sufficiente per romper con essi ogni rapporto. Solo quando li udii dichiarare che il vostro marito era affatto spregevole, solo allorquando tali insulti furono fatti a voi, ch’io amavo sinceramente e puramente, e al signor R. che ho ogni motivo per amare e rispettare, non potei più tacere e lasciai la loro casa, attirandomi la instancabile vendetta del peggiore d’ogni nemico: una donna a cui si è mostrato disprezzo. Adesso, sentendo tutto ciò, non posso fare a meno di pensare non esservi cortesia nel signor R., mentre io sono assente e incapace a difendermi, di persistere a dar retta a quanto dicono coteste persone a mio danno. Non posso fare a meno di pensare un tal modo di procedere essere un esempio della più irragionevole debolezza, della maggiore stupidaggine di cui possa rendersi colpevole un uomo. Le donne sono più facilmente indotte in errore in tali materie. In nome di Dio! Che cosa poteva io aspettarmi in ricambio della offesa da me fatta alla immensa vanità ed allo smodato amor proprio di mistress L. sennonchè essa occupasse tutto il residuo dei suoi giorni a porre a sovvallo il mondo30 colle sue calunnie contro di me, e quanto più false tanto meglio pel suo scopo, ed a fabbricare accuse laddove non le trovasse già pronte? Certamente io non m’aspettava che cotesta donna volesse tener meco diversa linea di con dotta, ma, dall’altro canto, non mi sarei mai atteso che qualsivoglia uomo sensato prestasse ascolto ad accuse provenienti da fonte cosi sospetta… Non solo non debbo andare a farvi visita a L., ma conviene che io cessi di scrivervi. Non posso né voglio aver sulla coscienza d’essermi interposto nella felicità domestica del solo essere nell’intiero mondo che io ho amato ad un tempo con tutta sincerità e con tutta purezza. Io non vi amo soltanto, Annie; vi ammiro e vi rispetto anche di più, e Dio sa che non ci è atomo di egoismo nella mia devozione. Non chiedo nulla per la mia felicità, ma sibbene per la vostra, ed una caritatevole interpretazione di quelle calunnie le quali, per amor vostro, io soffro adesso da parte di questa vil donna, calunnie che, pel caro amor vostro, volentieri soffrirò fossero anche centuplicate. Le calunnie, invero, mia cara Annie, non mi feriscono materialmente, altrochè col privarmi della vostra società, giacché in quanto al vostro affetto e alla vostra stima sento che non vi riusciranno mai. Circa a qualsiasi danno che la falsità di questa gente possa farmi, tranquillizzatevi e non ci pensate. È vero che «l’Inferno non ha furia eguale a quella d’una donna disprezzata,»31 ma sono già andato incontro a tali vendette altre volte e in proporzioni anche maggiori, vale a dire per motivi meno santi di quello che stimo essere la difesa del vostro buon nome. Disprezzai mistress Ellet32 semplicemente perché mi disgustava, e sino ad oggi non ha mai dismesso le sue anonime persecuzioni. E a che cosa hanno approdato? Esse non mi hanno tolto un amico che mi conoscesse a fondo ed avesse in me fiducia, né sono riuscite ad abbassarmi d’un pollice nella pubblica opinione. Quando si avventurò troppo oltre le intentai subito processo (cioè lo feci ai suoi miserabili istrumenti) e ne ricavai un compenso esemplare, come farò senza dubbio col signor L. ove gli bastasse l’animo di pronunciare una sola parola che possa fornire soggetto a processo. È vero che rifuggo con indicibile orrore dall’esporre il mio nome al pubblico insieme a quello di persone quali sono i L.33 marito e moglie, ma possono provocarmi un po’ troppo… e allora…
Adesso voi sapete, cara Annie, perché mia madre ed io non possiamo andare a farvi una visita come ci eravamo proposti. Io non mi troverei a mio agio nella casa d’una persona finché questa si permette di esser così influenzata contro di me, o finché si associa a gente del calibro dei L. Era stata mia intenzione di chiedere a voi e al signor R., o forse ai vostri genitori, di tenere a dozzina34 mia madre pel tempo che durerà la mia assenza, atteso la gita che debbo fare nel Mezzogiorno, ed io pensava di partire dopo esser rimasto con voi una settimana; ma adesso tutti i miei progetti sono sconcertati. Ho affittato il cottage per un altro anno. Il tempo, cara Annie, porrà in chiaro tutto. Siate coraggiosa… Non cesserò mai di pensare a voi… E rammentatevi le due solenni promesse che vi ho fatto. Una di esse io la mantengo religiosamente, l’altra (così Dio mi aiuti!) prima o poi sarà mantenuta.
Sempre il vostro amico e fratello
Edgar
—
1 Forma letteraria per “affinché”.
2 Per Mrs. Sarah Helen Whitman.
3 A. Bardwell Heywood, fratello di Annie e insegnante di scuola.
4 “Caddy” era la figlia di Charles B. Richmond e Annie e, sebbene chiamata “Caddy” nella corrispondenza di Poe con Annie, era sempre conosciuta dalla sua famiglia e dai suoi amici come “Carrie”.
5 Il signor Richmond, marito di Annie.
6 Il reverendo Warren H. Cudworth, di Lowell.
7 La popolare editorialista Sara Clarke Lippincott (1823-1904).
8 È il «Metropolitan».
9 Espressione antica o letteraria per “è necessario”.
10 Qui corretto da H. È il signor Richmond, marito di Annie.
11 Vedi n. 17.
12 Quest’ultima frase è inventata, non compare nel testo originale.
13 «American Review».
14 “About Critics and Criticism,” Graham’s Magazine, gennaio 1850.
15 «Peterson’s National».
16 Forma antica per “ovvero”.
17 È Frances Sargent Osgood.
18 Westford, Massachusetts.
19 “Hop-Frog”, tradotto in italiano come “Saltaranocchio”.
20 Non tradotto: called “The Flag of Our Union”.
21 Park Benjamin (14 agosto 1809 – 12 settembre 1864), editore, giornalista, conferenziere e poeta.
22 Lydia Huntley Sigourney (1 settembre 1791 – 10 giugno 1865), poetessa.
23 Sarah Helen Whitman (19 gennaio 1803 – 27 giugno 1878), poetessa.
24 Lowell, Massachusetts.
25 Westford.
26 In realtà domenica era il 18.
27 Lowell.
28 È sempre Richmond, marito di Annie.
29 John Goodwin Locke e Jane Ermina Startweather. Fu Ermina Startweather a convincere Poe a recarsi a Lowell per tenere una conferenza nel luglio del 1848. Per la morte di Poe scrisse la poesia “Requiem”, datata 12 ottobre 1849 e formata con le iniziali “E.S.”, pubblicata il 27 dello stesso mese in «The Home Journal».
30 In originale ransacking the world for scandal: saccheggiare il mondo alla ricerca di scandali.
31 Proverbio adattato da una battuta dell’opera teatrale The Mourning Bride di William Congreve, autore inglese della fine del Diciassettesimo e dell’inizio del Diciottesimo secolo.
32 Elizabeth Fries Ellet, nata Lummis (18 ottobre 1818 – 3 giugno 1877), scrittrice, storica e poetessa americana.
33 I Locke.
34 Ospitare.
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