Questo racconto, agghiacciante e divertente allo stesso tempo, è forse uno dei migliori di Poe, per come è stato pensato e strutturato. È anche una storia d’amore, genere di certo non prediletto dallo scrittore americano. Ma una storia d’amore “alla Poe”, condita con situazioni assurde, anche se probabili, e terribili.
Nulla può essere anticipato in questa recensione. Guasterebbe il colpo di scena finale, quando tutti i nodi della vicenda, che hanno creato una serie di equivoci, vengono, inesorabilmente, al pettine del narratore, che è il protagonista della storia.
L’abilità di Poe, in questo racconto, ha saputo tessere una trama ricca di particolari, dove ogni dettaglio ha il suo peso, dove ogni pensiero del protagonista e ogni gesto dell’amata non sono per nulla casuali.
Gli occhiali è anche un racconto satirico, che sottolinea la ritrosia verso l’uso di protesi di chi è portatore di un difetto fisico.
Poe, in questo racconto come anche in altri, non è certo benigno nei confronti dei suoi personaggi, ma li castiga senza problemi. Gli occhiali sono la giusta punizione, la beffa, per l’animo presuntuoso di Napoleon Bonaparte Froissart. O, meglio, lo sono gli occhiali non portati…
- Titolo originale: The Spectacles
- Prima pubblicazione: 27 maggio 1844 sul Dollar Newspaper
Gli occhiali come storia probabile
Per quanto possa sembrare assurdo ciò che è capitato al giovane Napoleon Bonaparte Froissart, i calcoli di Poe non mentono. L’intera storia, che ha il suo segreto nell’introduzione, quando Napoleon parla di se stesso, trova conferma alla fine, quando tutte le speranze del giovane innamorato si spezzano alle raggelanti rivelazioni dell’amata.
Sì, Gli occhiali è davvero una storia probabile… che mi auguro non possa mai capitare a nessuno.
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