Gli scritti ancora misteriosi di Edgar Allan Poe

Crittografia, allegorie, parodie e profezie

Il poeta e scrittore americano Edgar Allan Poe (1809-1849) è lo scrittore più influente della letteratura moderna. Dal 1860 le sue opere sono lette e studiate in tutto il mondo, e furono e sono tuttora fonte di ispirazione per innumerevoli altri poeti e scrittori.

L’associazione internazionale “Poe Studies Association” ha qualche centinaio di membri nelle università di tutti i continenti; esiste persino una “Edgar Allan Poe Society of Japan”!

Eppure, nonostante tutti gli studi e le ricerche, c’è ancora tanto mistero e tanti enigmi che circondano Poe, nella sua persona così come nelle sue opere.

Poe misterioso

Il mistero più grande, secondo molti, è la morte di Poe il 7 ottobre 1849 a Baltimora. Ci sono almeno 40 teorie e spiegazioni su come e perché Poe sia morto, ma nessuna di queste teorie è conclusiva e il mistero probabilmente non sarà mai risolto.

C’è anche una teoria intrigante che ipotizza che Poe abbia inscenato la propria morte con l’aiuto di un medico suo amico, per sfuggire ai suoi creditori. E che abbia iniziato una nuova vita nel profondo sud, dove nessuno lo conosceva, e dove è diventato mentore e ghost writer per Mark Twain.

Questo per quanto riguarda la morte di Poe. Ma non è certamente vero per la maggior parte dei suoi racconti e saggi, alcuni dei quali sono stati fraintesi per molto tempo, e altri possono anche contenere messaggi segreti.

I misteri nelle poesie e nei racconti di Poe hanno caratteri e intenti diversi, ma possono essere raggruppati come vere e proprie crittografie, come allegorie o parodie con un significato nascosto, o, infine, come scritti profetici.

Crittografia

Poe era affascinato dalla crittografia e ne scrisse molto. Come giornalista e redattore ha persino sfidato i suoi lettori con enigmi crittografici. Uno di questi è stato risolto soltanto 15 anni fa dall’esperto di computer canadese Gil Broza (vedi, per esempio, “Edgar Allen Poe Cipher”).

Nel suo racconto “Lo scarabeo d’oro” Poe ha usato un codice su un tesoro nascosto, e in questo caso ha utilizzato la semplice sostituzione di lettere come chiave, la cui soluzione è data nel racconto. Ma Poe padroneggiò anche forme più complesse di crittografia, come l’uso di una “frase chiave” di 26 lettere che sostituisce il normale alfabeto. Ciò porta a suggerire che Poe abbia nascosto messaggi segreti in almeno 6 dei suoi racconti più famosi, poiché questi racconti hanno una frase di apertura o un motto di 26 lettere che potrebbero benissimo essere frasi chiave. Nascondere un messaggio segreto in un testo apparentemente normale e significativo è un tipo speciale di crittografia noto come “steganografia”. Inutile dire che il primo che sveli il “Codice Poe” diventerà famoso in tutto il mondo!

Ma l’uso più ingegnoso della crittografia da parte di Poe è nelle poesie di San Valentino che scrisse per due amiche, Sarah Anna Lewis e Frances Sargent Osgood. I loro nomi sono nascosti nella prima lettera del primo verso della poesia, seguita dalla seconda lettera del secondo verso, ecc. Ciò significa che queste due poesie di 14 e 20 versi hanno una lettera predeterminata in un posto predeterminato in ogni verso. Un cifrario molto intelligente che può esser fatto solo da un mago con le parole, come Poe! (Vedi anche “Edgar Allan Poe e la crittografia”).

Allegorie e parodie

Molti dei racconti di Poe sono stati ispirati da ciò che egli ha visto e passato nella società in cui viveva. Ma di solito era mascherato da parabola, da allegoria o da parodia. Anche qui abbiamo quindi una sorta di crittografia, ma di ordine superiore. I racconti di Poe sono “stratificati”, il che significa che possono essere letti e interpretati in modi diversi; come in tutta la grande letteratura.

Si sapeva, per esempio, che l’unico vero romanzo di Poe Le avventure di Arthur Gordon Pym contenga molti elementi autobiografici, ma una recente pubblicazione mostra che è stato ispirato anche dalla Dichiarazione di Indipendenza che gli conferisce un significato politico più profondo (vedi “Edgar Allan Poe and Isolationism: His mysterious years in New York” sul «Baltimore Post-Examiner»).

Due famosi racconti strettamente legati anche a un livello politico più profondo sono “La caduta della casa degli Usher” (1839) e “La maschera della morte rossa” (1841), perché entrambi sono stati ispirati dalla crisi economico-finanziaria che si sviluppò negli Stati Uniti dopo il 1837 (conosciuto nella storia economica come “Grande panico del 1837”). La “Morte rossa” si occupa della paralizzante crisi del debito nella società americana, dove molte persone e famiglie hanno perso i loro soldi e proprietà, e condanna il comportamento irresponsabile ed egoistico dell’élite politica e finanziaria durante quella crisi.

“La caduta della casa degli Usher” (1839), il racconto più famoso di Poe, è ancor più rivelatore sulle sue opinioni politiche. Ci sono state molte interpretazioni di questa storia su Roderick Usher e sua sorella gemella Madeline, che vivono in una casa cupa e condannata, dove ognuno soffre di una malattia incurabile, distruggendo alla fine se stessi e la casa in cui la loro famiglia aveva vissuto per generazioni. Tuttavia, ci sono buone ragioni per presumere che questo racconto sia un’allegoria sugli stessi Stati Uniti (la Casata) e sul crescente scisma politico ed economico tra gli stati del nord (Roderick Usher) e gli stati del sud (Madeline Usher).

Questa interpretazione mostra che Poe considerava senza speranza il conflitto nord-sud e prevedeva che la schiavitù (la malattia cronica di Madeline) sarebbe diventata l’innesco di un disastroso conflitto che avrebbe posto fine agli Stati Uniti come li conosceva. La malattia più acuta di Roderick è un’altra metafora del Grande panico del 1837 e della conseguente crisi economica.

È significativo che questa interpretazione dia un significato rivelatore anche al terzo personaggio del racconto, il medico impotente, estasiato e incomprensibile nella Casa, che viene sempre ignorato in altre interpretazioni. È una metafora per Martin van Buren, il presidente degli Stati Uniti quando Poe scrisse il racconto. Van Buren infatti non riuscì ad affrontare la questione della schiavitù e anche la sua politica economica non fu efficace contro la depressione. Che il medico nel racconto sia incomprensibile, è l’ironico riferimento di Poe al fatto che Van Buren spesso preferiva parlare olandese, perché era nato e cresciuto in una comunità di lingua olandese in Pennsylvania (vedi “Edgar Allan Poe and the Fall of the House: The Tale of the Announced American Apocalypse” sul «Baltimore Post-Examiner»).

Quindi qui abbiamo un altro esempio che anche i 2 racconti più noti di Poe non sono le semplici storie dell’orrore che sembrano essere a prima vista, ma allegorie occultate o parodie degli sviluppi allarmanti che ha osservato nella società americana.

Le profezie di Poe

Poe era un uomo estremamente perspicace ed empatico, quindi poteva vedere e capire cose ancora nascoste ai suoi contemporanei. Ma si rese anche conto che tali osservazioni non sarebbero state comprese da altri, quindi scelse la forma letteraria di un’allegoria o di una metafora per esprimere le sue opinioni, probabilmente sperando che prima o poi il vero significato sarebbe stato compreso.

Quindi “Il crollo della Casa degli Usher” non è solo una storia dell’orrore su un fratello e una sorella gemelli, ma è anche una profezia sugli USA ante bellum, perché predice accuratamente la sequenza di eventi che portarono alla guerra civile, più di 20 anni dopo. Gli stati del nord hanno iniziato con severe misure economiche (Roderick ha dichiarato sua sorella morta e l’ha seppellita viva), dopo di che gli stati del sud hanno risposto con un attacco militare (Madeline si alza dalla tomba per uccidere suo fratello e distruggere la loro casa comune e ancestrale).

Ma la profezia più misteriosa e affascinante di Poe è la cosmogonia Eureka che pubblicò nel 1848, l’anno prima della sua misteriosa morte. Furono stampate solo 500 copie, ma Poe lo considerò la sua opera migliore e la pietra angolare della sua opera, dopo di che non ebbe più nulla da scrivere.

E, in effetti, questo Eureka è uno dei trattati scientifici e filosofici più intriganti e profetici della letteratura mondiale. Dimostra che Poe era un secolo e più avanti rispetto ai suoi tempi, il che spiega perché i suoi contemporanei non riuscivano a capire Eureka e addirittura lo ridicolizzavano.

Ma il fatto è che Eureka contiene più di 20 importanti idee e concetti filosofici e scientifici che sono oggi di conoscenza comune, ma che erano assolutamente sconosciuti ai tempi di Poe. Include la teoria del Big Bang e dell’universo in espansione, e anche idee su un universo caotico e “ciclico”, universi multipli, evoluzione delle specie, relatività e velocità della luce, unità di tempo e spazio e molto, molto di più.

Negli USA questo Eureka fu presto dimenticato, e non fu ristampato fino a più di un secolo dopo la morte di Poe. Ma in Europa le cose andarono diversamente, per l’incredibile popolarità che Poe vi raggiunse, dopo che la sua opera fu scoperta da scrittori e poeti francesi come Baudelaire, Mallarmé e Verlaine, che tradussero la sua opera in francese, allora la lingua comune dell’élite culturale europea, così già poco dopo la sua morte Poe divenne popolare in tutta Europa.

Inoltre Eureka è stato tradotto da Baudelaire e pubblicato nel 1859 in una rivista culturale internazionale molto letta, quindi ha avuto un inizio brillante in Europa quando era già dimenticato negli Stati Uniti. Era visto come un pezzo visionario di un genio, di cui prima o poi il vero significato sarebbe diventato chiaro. Nel 1871 fu persino ufficialmente vietato in Russia, a causa delle idee rivoluzionarie di Poe, sebbene le altre sue opere vi fossero diventate popolari e molto influenti.

Tuttavia, le idee di Poe su un universo completamente diverso erano saldamente radicate nelle menti europee. E il loro tempo arrivò dopo la Prima guerra mondiale, quando le scienze della natura furono completamente riviste, a causa della teoria della relatività di Einstein e dello sviluppo della fisica quantistica.

Almeno due scienziati si sono ispirati a Eureka: Alexander Friedmann (1888-1925), lo scienziato russo che nel 1922 pubblicò la matematica per l’universo dinamico, e Georges Lemaître (1894-1966), lo scienziato belga che nel 1927 pubblicò la teoria del “Big Bang”. Molto probabilmente anche il famoso astronomo americano Edwin Hubble (1889-1953) conosceva Eureka, perché era un fanatico collezionista e lettore di libri di astronomia. È interessante notare qui che Poe, Friedmann, Lemaître e Hubble avevano un background militare e un addestramento simili: tutti e quattro erano esperti in balistica ed esplosivi!

Tuttavia, per rendere giustizia alla vera storia della scienza, il telescopio spaziale Hubble avrebbe dovuto essere chiamato telescopio spaziale Edgar Allan Poe! La NASA riconoscerà mai l’enorme contributo di Poe alla scienza spaziale, intitolandogli un grande progetto spaziale, un satellite o un veicolo interstellare?


L’articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2015 con il titolo “The Still Mysterious Writings of Edgar Allan Poe” sul «Baltimore Post-Examiner».

René Van Slooten 6 Articoli
È uno studioso indipendente di Poe dei Paesi Bassi. Ha studiato ingegneria chimica e storia della scienza e ha lavorato nell’industria alimentare in Europa, Africa e Asia. Il suo interesse per Eureka è iniziato nel 1982, quando ha trovato un’edizione antiquaria. È membro della Edgar Allan Poe Studies Association e il suo primo articolo su Eureka è apparso nel 1986 su un’importante rivista olandese. Da allora ha pubblicato numerosi articoli, saggi e lettere su Poe ed Eureka su riviste e giornali olandesi, ma anche sulle riviste internazionali «Nature», «NewScientist» e «TIME». Ha pubblicato la prima traduzione olandese si Eureka (2003) e presentato articoli su Eureka alle conferenze internazionali di Poe a Baltimora (2002), Filadelfia (2010), Charlottesville (2013), New York (2015), Valladolid (2018) e Almeria (2020).

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