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Una delle fonti del racconto di Poe “Il sistema del Dottor Catrame e del Professor Piuma” (The System of Dr. Tarr and Professor Fether), pubblicato nel novembre 1845 sul «Graham’s Magazine», fu il resoconto di Nathaniel Parker Willis di una sua visita a un manicomio di Palermo, avvenuta il 28 giugno 1832.
Il resoconto, intitolato “The Madhouse of Palermo”, apparve fra il maggio e l’agosto 1834 sul periodico «The Metropolitan Magazine» e poi il 27 settembre 1834 sul «New York Mirror», ma successivamente Willis lo ampliò come racconto, pubblicandolo nel volume 2 di Inklings of Adventure (Saunders and Otley, 1836).
Poe conosceva quest’opera, avendola recensita nella rubrica “Critical Notices” del «Southern Literary Messenger» il 10 agosto 1836.
La “Real Casa dei Matti” di Palermo
La “Real Casa dei Matti” di Palermo era l’unica struttura manicomiale della Sicilia – in precedenza un lebbrosario – nata grazie a un provvedimento ministeriale del luogotenente generale marchese Pietro Ugo.
Pietro Pisani (Palermo, 1761 – Palermo, 6 luglio 1837), un barone appassionato di archeologia e musica, fu nominato “deputato alla Real Casa dei Matti” il 10 agosto 1824.
Prima di divenire la “Real Casa dei Matti”, la struttura era conosciuta come Manicomio dei Porrazzi e, prima ancora, come lazzaretto di Santa Teresa (XVII sec.).
La situazione degli internati, riscontrata da Pisani, era disastrosa:
Lo abbandono, nel quale trovai per verità questo luogo, se dai miei occhi non fosse stato veduto, da chiunque udito lo avessi, io non lo avrei giammai creduto. Esso la sembianza di un serraglio di fiere presentava piuttosto, che di abitazione di umane creature. In volgere lo sguardo nell’interno dell’angusto edificio, poche cellette scorgevansi oscure sordide malsane: parte ai matti destinate, e parte alle matte. Colà stavansi rinchiusi, ed indistintamente ammucchiati i maniaci i dementi i furiosi i melancolici. Alcuni di loro sopra poca paglia e sudicia distesi, i più sulla nuda terra. Molti eran del tutto ignudi, varj coperti di cenci, altri in ischifosi stracci avvolti; e tutti a modo di bestie catenati, di fastidiosi insetti ricolmi, e fame, e sete, e freddo, e caldo, e scherni, e strazj, e battiture pativano. Estenuati gl’infelici, e quasi distrutti gl’occhi tenean fissi in ogni uomo, che improvviso compariva loro innanzi; e compresi di spavento per sospetto di nuovi affanni, in impeti subitamente rompeano di rabbia e di furore. Quindi assicurati dagli atti compassionevoli di chi pietosamente li guardava, dolenti oltre modo pietà chiedevano, le margini dei ferri mostrando e le lividezze delle percosse, di che tutto il corpo avean pieno Quai martiri, oh Dio, e quanti! Eppure altre angosce incredibili e vere quei meschini sopportavano. Oltre degli accennati mali, varie infermità pestifere vedevansi alle loro membra appiccate; poichè si facean con essi insieme convivere gli etici, i lebbrosi, e tutti coloro, che da sozzi morbi cutanei eran viziati1.
Pisani si adoperò «a far subito svellere, e gettar fuori dello spedale quelle odiose catene, ond’essi erano empiamente avvinti; e contro delle quali si erano innalzate invano le grida della umanità»2.
Pisani propose diverse modifiche e migliorie nella struttura:
- abbattere vecchie costruzioni e costruirne di nuove
- creare stanze comode per gli internati
- costruire bagni, sale di ricreazione, camere di convalescenza, parlatori, refettori, cucina, guardaroba e magazzini
- montare porte e finestre solide, ma che non mostrino «aspetto di carcere, o di rinchiudimento»
- abbellire l’edificio con fregi per dare allegria agli infermi
Dickens o Willis nel racconto di Poe?
Secondo William Whipple, il visitatore del manicomio, nel racconto “Il sistema del dottor Tarr e del professor Fether”, sarebbe Charles Dickens. Whipple, anzi, credeva che la fonte originale del racconto fossero le American Notes for General Circulation (Harper & Brothers, 1842) di Dickens.
Dickens visitò un manicomio nel quartiere di South Boston, l’Ospedale Statale per pazzi.
Ci sono comunque delle analogie fra lo State Hospital for the Insane di South Boston e la “Real Casa dei Matti” di Palermo: in entrambe le strutture fu adottato un nuovo sistema di trattamento per i pazienti mentali, un trattamento morale, opposto al vecchio sistema di confinamento, con i pazzi incatenati e rinchiusi.
Secondo Whipple, Poe aveva voluto fare della satira su Dickens. Poe aveva chiesto allo scrittore inglese di aiutarlo a pubblicare i suoi racconti all’estero, cosa che non avvenne. Quindi Poe aveva un motivo personale per attaccare Dickens.
Dr. Pliny Earle: un’altra fonte del racconto?
È stato anche ipotizzato che Poe conoscesse il “sistema calmante”, come lo definì (ovvero il “trattamento morale” di Philippe Pinel, uno psichiatra francese) adottato per gli internati, poiché aveva avuto uno scambio epistolare con il dottor Pliny Earle (31 dicembre 1809 – 17 maggio 1892), medico e poeta.
Poe parlò di lui nella rubrica “A Chapter on Autography”, pubblicata sul «Graham’s Magazine» a partire dal novembre 1841. Earle prestò servizio al Friends Asylum of the Insane a Frankford, vicino a Filadelfia, dal 1840 al 1842, e anche nel manicomio di Bloomingdale.
È conservata una lettera di Poe a Earle del 10 ottobre 1840, ma si deduce una natura letteraria e non medica fra i due.
Qual è la vera fonte dell’ispirazione di Poe?
Secondo Richard P. Benton, quattro elementi pongono a favore dell’influenza del resoconto di Willis sulla stesura del racconto di Poe:
- i due manicomi sono istituzioni private e non pubbliche;
- i due manicomi sono castelli convertiti (Poe usa il termine francese château);
- i due manicomi sono situati in un clima meridionale e non settentrionale come quello di Dickens;
- il manicomio di Poe viene chiamato con il nome francese Maison de Santé, che corrisponde al nome italiano Casa dei Matti – in realtà la traduzione è “casa di salute” (calco, appunto, del francese maison de santé), eufemismo per indicare un ospedale privato in cui veniva internato chi era affetto da malattie nervose.
Due soltanto, invece, sono gli elementi del racconto di Poe che si trovano in Dickens, ma non in Willis:
- i malati mentali vedono il vero carattere delle allucinazioni degli altri ma non il proprio;
- il medico che tenta di curare i deliri dei pazzi appellandosi al loro senso dell’incongruo e del ridicolo.
Dunque dove sta la verità?
Come spesso accade, sta nel mezzo: Poe potrebbe aver attinto a entrambe le esperienze, di Willis e di Dickens, oppure potrebbe aver raccolto le idee da altre fonti.
Fonti
- Edgar Allan Poe (ed. T. O. Mabbott), “The System of Doctor Tarr and Professor Fether,” The Collected Works of Edgar Allan Poe — Vol. III: Tales and Sketches (1978), pp. 997-1024, Edgar Allan Poe Society of Baltimore
- Edgar Allan Poe, Critical Notices, Southern Literary Messenger, Vol. II, no. 10, August 1836, pp. 597-598, Edgar Allan Poe Society of Baltimore
- Edgar Allan Poe, “A Chapter on Autography [part II],” Graham’s Magazine, December 1841, Edgar Allan Poe Society of Baltimore
- Richard P. Benton, “The System of Dr. Tarr and Prof. Fether,” Poe Newsletter , April 1968, , vol. I, No. 1, Edgar Allan Poe Society of Baltimore
- Edgar Allan Poe, “The System of Doctor Tarr and Professor Fether” (Text-02a), “Wakeman” manuscript, about May 28, 1844, Edgar Allan Poe Society of Baltimore
- «The New-York Mirror», Volume 12, 1834
- “Ospedale psichiatrico Pietro Pisani di Palermo”, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche
- Gioacchino Lonobile,” Pietro Pisani, l’uomo dei matti di Palermo: storia della rinascita che conquistò l’Europa”, Balarm.it, 8 febbraio 2019
- Pietro Pisani, Instruzioni per la Novella Real Casa dei Matti in Palermo, dalla Società Tipografica, 1827, p. XVIII
- Daniela Fargione, “The Irony of E.A. Poe’s Lunatick Asylum”, Archivio Istituzionale Open Access dell’Università di Torino, 29 febbraio 2016
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1 Pietro Pisani, Instruzioni per la Novella Real Casa dei Matti in Palermo, dalla Società Tipografica, 1827, pp. XVI-XVII.
2 Pietro Pisani, op. cit., p. XVIII.
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