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Sul numero 4 della rivista «Current Opinion» dell’aprile 1915 compare un articolo senza firma intitolato “Edgar Allan Poe and the Futurism”.
Appare ben strano come titolo: all’epoca un autore come Poe era considerato senza dubbio passatista dai futuristi. Dunque, che cosa ha a che fare Poe con un movimento avanguardista come il Futurismo, nato 60 dopo la morte del poeta di Boston?
Leggiamo l’articolo di «Current Opinion» qui tradotto.
Edgar Allan Poe e il Futurismo
F.T. Marinetti, capo delle forze del futurismo italiano, ci ha onorato di copie di tutte le pubblicazioni dei futuristi milanesi, compreso il suo ultimo libro, intitolato Zang Tumb Tumb, che sembra essere un’immagine futuristica della guerra.
In un manifesto che difende la letteratura futuristica1 dall’accusa di essersi ispirata alla filosofia di Henri Bergson2, Marinetti sottolinea che perfino nel 1902, quando pubblicò il suo primo poema epico, La Conquête des Étoiles, riconobbe il suo debito con Dante e con Edgar Allan Poe3.
«Assai prima di Bergson», afferma il signor Marinetti, «questi due genî creatori coincidevano col mio genio affermando nettamente il loro odio per l’intelligenza strisciante, inferma e solitaria, e accordando tutti i diritti all’immaginazione intuitiva e divinatrice4».
Il signor Marinetti cita un passo del “Colloquio tra Monos e Una” di Poe a sostegno della sua tesi – un passo in cui Poe dichiara la facoltà poetica la più sublime di tutte, poiché le verità della massima importanza possono essere rivelate a noi solo da questa analogia, la cui eloquenza è innegabile per l’immaginazione ma non parla affatto alla Ragione solitaria e inferma5.
Dante, Poe, Marinetti: avanguardisti a confronto
Sebbene Marinetti si sia distaccato dai poeti dei secoli passati, ha iniziato la sua carriera letteraria come poeta simbolista.
Dante, poeta del Duecento e del Trecento, è distante dall’epoca di Poe e Marinetti, entrambi nati nell’Ottocento, ma il primo agli inizi (1809) e il secondo quasi alla fine (1876). Poe si è spento nel 1849: l’intera sua vita e carriera letteraria ricadono quindi nella prima metà dell’Ottocento; Marinetti è scomparso quasi un secolo più tardi, nel 1944. Dante, come Marinetti, ha vissuto a cavallo di due secoli.
Questo per sottolineare la distanza, non solo geografica, ma soprattutto culturale fra i due poeti, anche se entrambi sono stati all’avanguardia nella loro epoca. A Marinetti la fortuna ha arriso, mentre Poe ha vissuto sempre in povertà.
Intuizione e intelligenza secondo Marinetti
Che cosa intendeva Marinetti quando parlava di «intelligenza strisciante, inferma e solitaria» e di «immaginazione intuitiva e divinatrice»?
«Per intuizione,» scrive Marinetti «intendo dunque uno stato del pensiero quasi interamente intuitivo e incosciente. Per intelligenza, intendo uno stato del pensiero quasi interamente intellettivo e volontario».
Secondo il fondatore del Futurismo non possiamo «determinare esattamente il momento in cui finisce l’ispirazione incosciente e comincia la volontà lucida». Lo spirito creatore – come lo definisce Marinetti – riesce a liberarsi degli ostacoli e a procedere nella sua esecuzione spontanea.
Poe è genio creatore, dice Marinetti, egli stesso genio che ha fondato un movimento artistico e letterario. Un futurista che apprezza un autore del passato. Ma Marinetti, che più volte ha meravigliato con le sue contraddizioni, ha solo saputo riconoscere l’importanza e le capacità di un autore come Poe.
Pù tardi Marinetti si cimenterà come traduttore di altri due autori del passato: Mallarmé (1842 – 1898) e Tacito (ca. 55 – ca. 117-120), rispettivamente nel 1916 e nel 1928.
Decio Cinti: un altro legame fra Poe e Marinetti
Decio Cinti fu per anni il segretario di Marinetti. Ne curò infatti le traduzioni italiane dal francese delle prime opere. Ma Decio Cinti tradusse anche Edgar Allan Poe dal francese – sicura traduzione dall’inglese di Baudelaire.
Nel 1920 si occupò della traduzione di Racconti straordinari, in due volumi, per l’editore Facchi. Il primo volume conteneve 19 tavole fuori testo illustrate dal pittore futurista Arnaldo Ginna. In ogni volume erano presenti 20 racconti, tutti comunque illustrati da Ginna.
Futuristi al servizio di Poe.
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1 “Supplemento al Manifesto tecnico della Letteratura futurista”, 1912.
2 Henri-Louis Bergson (1859 – 1941), filosofo francese e premio Nobel per la letteratura nel 1927.
3 F.T. Marinetti, La Conquête des Étoiles, E. Sansot & Cie, 1902. Le due epigrafi mostrano una citazione dal Canto XI del Paradiso di Dante e un brano del racconto di Poe in francese, tradotto da Charles Baudelaire.
4 Marinetti infatti puntualizza all’inizio del citato Supplemento: «Quelli che hanno capito ciò che intendevo per odio dell’intelligenza hanno voluto scorgervi l’influenza della filosofia di Bergson».
5 “Occasionally the poetic intellect — that intellect which we now feel to have been the most exalted of all — since those truths which to us were of the most enduring importance could only be reached by that analogy which speaks in proof-tones to the imagination alone” (“The Colloquy of Monos and Una”, agosto 1841, «Graham’s Magazine»). Nel “Supplemento al Manifesto tecnico della Letteratura futurista” Marinetti la cita in italiano: «…lo spirito poetico – codesta facoltà più sublime di ogni altra, ormai lo sappiamo, – poiché verità della massima importanza non potevano esserci rivelate se non da quell’Analogia la cui eloquenza, irrecusabile per l’immaginazione, nulla dice alla ragione inferma e solitaria».
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