La casa fu acquistata da un collezionista di libri e manoscritti rari, Richard Gimbel nel 1933 e trasfomata in museo.
Nel 1933 le case museo erano di moda, a dispetto della Grande Depressione. Nel 1895, secondo quanto riportato da Lawrence Vail Coleman nel suo libro Historic House Museums, esistevano venti case museo e il numero crebbe fino ad avvicinarsi al centinaio nel 1910 e superare le 400 intorno al 1933. La Poe House era una di queste.
Gimbel, assieme al curatore della casa museo Anthony Frayne, riempì la casa di mobili dell’epoca, ma Gimbel utilizzò la casa anche per mostrare la sua collezione di Poeana (ora parte Free Library of Philadelphia’s Rare Books Collection). Il museo fu a conduzione privata, gestito quasi interamente dal signor Frayne e sua moglie, Barbara Frayne, fino alla morte di Gimbel, avvenuta nel 1971.
In quella data la casa fu donata alla città di Filadelfia, che la lasciò amministrare alla Philadelphia Free Library.
Anthony Frayne morì nel 1973, ma sua moglie guadagnò dell’acquisizione della proprietà da parte del National Park Service nel 1978 e della sua riapertura in seguito al restauro del 1981. La donna inoltre presentò con successo una petizione al Park Service per poter restare dopo l’orario d’apertura come “servizio di sicurezza”. Visse in una casa attigua, accompagnando i turisti nel “Poe Complex” per almeno 45 anni.
Libera traduzione dell’articolo The Early Days of the Poe House in Philadelphia di Hilary Iris Lowe.
Bibliografia
Coleman, Laurence Vail. Historic House Museums. Washington, D.C.: The American Association of Museums, 1933, 18.
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