Certo che Poe ne ha murati di cadaveri!
Non vorrei conteggiarli, anche perché in questa occasione vale un’attenuante generica: quella dell’ossessione per il vino.
Il nostro autore, lo sappiamo, ha frequentato le peggiori bettole e quest’insana abitudine gli è valsa una gloria troppo postuma.
In questo racconto, ubriachi, ci si aggira nelle catacombe per cercare di apprezzare, su tutti, un barile di Amontillado. L’ambiente è quello delle migliori occasioni. Non manca nulla, per creare la giusta atmosfera: ragnatele, salnitro, umidità e – da un certo punto in avanti – cumuli di ossa.
Tutto congiura per un delitto da seppellire nel suo habitat naturale. Così il corpo viene nascosto dietro a un muro, presidiato da tibie e resti umani. Unica risposta: il tintinnio dei campanelli. E una preghiera: “In pace requiescat! ”
ottimo quadro di presentazione per questo racconto !
mmmmhh…nel complesso sì,ma non troppo